Talvolta m'immagino bella del solito incanto che studiano gli Altri; dei lineamenti, l'armonia dei fianchi, l'incavatura che fa una donna del sorriso, la perfetta misura M'immagino bella, talvolta libera dalla sorpresa nel riflesso di restituire una proporzione fasulla: l'inganno che qualcuno distingua il rimando dalla persona. Così bella mi disegno del colore di chi baciato dal Sole conosce il privilegio delle virtù mediocri della compiacenza servile E se riconosco l'ultimo come un giudizio, lo ammetto, la smetto scelgo la sproporzione della vita deturpata, l'emarginazione dalla superficie che nasconde l'incanto, il violaceo dei capillari della pelle trasparente l'affanno del respiro, le chiome sparpagliate dal vento per la corsa, l'unica corsa diretta alla passione inutile che giace con le cose, in fondo alle cose.